martedì 25 agosto 2015

EVOLUZIONE DELLA GRATTUGIA

            


   


Presente in ogni cucina ed utilizzata praticamente tutti i giorni, la grattugia è un utensile indispensabile che serve per ridurre diversi tipi di cibi in frammenti, briciole, riccioli o striscioline. Al giorno d’oggi le tipologie di grattugie presenti in commercio sono numerosissime: da quelle più semplici azionate a mano sino ai modelli tecnologicamente più avanzati che funzionano a batterie o mediante l’alimentazione con la corrente elettrica.
Questa ampia varietà di prodotti fa un po’ sorridere se si pensa che, ancora durante lo scorso secolo (prima del boom industriale e dell’avvento dei beni di consumo) le grattugie spesso erano costruite in un modo decisamente artigianale. Una volta, infatti, era sufficiente prendere un pezzo di lamierino metallico, di stagno o di latta e forarlo ripetutamente mediante un chiodo; sulla superficie opposta a quella di penetrazione il buco rimaneva così delimitato da una corona di metallo deformato che, sporgendo, consentiva di grattugiare i cibi.
Attualmente le grattugie “manuali” sfruttano il medesimo principio, dal momento che vengono tuttora forate con appositi macchinari che lasciano dei buchi al loro interno, contornati da piccoli dentini. I materiali utilizzati hanno invece subito una consistente evoluzione per quanto riguarda la loro qualità, al punto che in commercio è possibile trovare grattugie in acciaio inox (tuttora la più diffuse), ma anche in porcellana, gres o materiale plastico. Le grattugie moderne possiedono inoltre dentini e fori che possono avere diverse sagome, allo scopo di ottenere particelle di dimensioni e forme variabili a seconda delle necessità.
Forse non tutti sanno che la grattugia non è affatto un’invenzione occidentale. In Giappone, ad esempio, si trovano grattugie utilizzate nella cucina tradizionale conosciute come oroshiki, o oroshigane. A differenza di quelle occidentali le oroshiki grattugiano in modo molto più fine, e vengono utilizzate per la preparazione ad esempio del wasabi; alcune di queste grattugie possiedono, nella loro versione tradizionale, una superficie abrasiva fatta addirittura di pelle di squalo!

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